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In/Architettura 2020

 
 

Martedì 14 settembre, si è tenuta a Venezia la cerimonia di assegnazione in presenza dei premi IN/ARCHITETTURA 2020 nella bellissima Sala delle Colonne di Ca' Giustinian, sede de La Biennale di Venezia.

Il nostro "Congress and Exhibition Center #Palaluxottica" ha ricevuto il premio come miglior intervento di nuova costruzione (> 5 mln) in Veneto. Il premio è promosso da Inarch Istituto Nazionale di Architettura e Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) in collaborazione con Archilovers.

Durante la cerimonia tenutasi a Ca’ Giustinian ci è stata consegnata una targa celebrativa e Donato Reccesi ha descritto il nostro progetto con le seguenti parole:

“Si tratta di una realizzazione importante, che sorge in un contesto pedemontano ai margini della città di Agordo. Le dimensioni sono quelle d’ un’opera che, sia per la multifunzionalità dei possibili utilizzi, sia per l’ubicazione, si pone quale nuovo catalizzatore per la vita economica e culturale di quest’area del bellunese.

I progettisti hanno sapientemente tratto i principali suggerimenti dal territorio, dalle geometrie delle costruzioni rurali (Tabià) alla cornice naturale delle montagne circostanti. Le sezioni di progetto e gli inquadramenti urbanistici, di cui si apprezza la sintesi, unitamente alle splendide fotografie, consentono di cogliere questi delicati rapporti; dove il linguaggio contemporaneo non dimentica la tradizione e la interpreta senza compiacenze formalistiche.

Le dimensioni del grande contenitore, parallelepipedo a pianta regolare, vengono scomposte secondo una modularità dove sembra che la copertura stia appesa in aria: un grande tetto che appoggia su un perimetro di trasparenze. La parte verticale e i relativi controventi risultano leggeri, quasi una tettoia con la sua cornice protesa. Qui tutto è legno e vetro ma le travi in legno lamellare reticolare utilizzate, rimandano alle grandi carpenterie in acciaio dei ponti e dei grandi opifici industriali. Le travi primarie poi, e ciò si apprezza nella sezione trasversale, abbandonano l’andamento orizzontale nelle campate verso il perimetro vetrato inclinandosi quasi per cogliere ancora più luce naturale.

Le linee spezzate che ondeggiano nello skyline della vallata interpretano lo spirito di un luogo che aveva bisogno di essere connotato nella funzione in un contesto tutt’altro che facile, come spesso accade nelle fasce di cintura a destinazione produttiva dei centri “minori” del nostro territorio.

Un’architettura che rappresenta un modo, forse potremmo dire, il modo e i linguaggi giusti della contemporaneità.”

 
 

 
Emanuele Bressan